domenica 11 settembre 2011

PRESIDENTE LA PREGO NON MI FACCIA DEL MALE, LEI SI E’ IMPEGNATO.



Semi sciopero è iniziato già da 2 giorni ed è importante, che il Presidente della Repubblica mantenga la sua promessa, perché tutto, nei riguardi dei Disabili (CATEGORIE PROTETTE) fuori LEGGE, ma nessuno in galera



Ancoro grido basta e non griderò soltanto. Presidente mi dia la possibilità di parlare e eviterà che io muoia per l’ennesima protesta che solo due anni fa ho rischiato la mia vita.



Mail alessandraincoronatoinrame@yahoo.it



BLOG http://alessandraincoronato.blogspot.com Certificati Medici sulle mie condizioni sullo semi sciopero della fame ecc.



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La Promessa del Presidente della Pepubblica

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Io non mi arrenderò, Voglio GIUSTIZIA.

lunedì 4 luglio 2011

Ancora al Presidente Napolitano

Carissimo Presidente Napolitano,

Sono Alessandra Incoronato Presidente dell’ Associazione “Diritto alla Vita, che si occupa di tutelare i Diritti dei Disabili ed Anziani, che non più autosufficienti diventano così anche loro Disabili. si ricorda di me? Spero di sì. Ero in semi sciopero della fame, Manifestato a piazza Monte Ci torio. Lei è stato tanto buono e giusto con me, mi ha anche risposto con umanità ed impegno ad una mia disperata lettera. Oggi Le scrivo perché da quando Lei si è impegnato a risolvere la vergognosa situazione dei disabili dove muoiono di fame e per abbandono per colpa del Governo, io ho interrotto il semi sciopero della fame che ancora oggi mi porto dietro i danni scampati dalla morte. Ogni giorno guardo il telegiornale, con la speranza di Sentire Lei Parlare di noi, di quello che i potenti assassini e ricconi del Governo, che scherzando e ridendo ci fanno da sempre. Vedo un grande e insensato Parlamento, dove c’è chi dorme, chi è al Computer chi gioca a nomi cose città e animali, senza pietà per chi non può ne difendersi ne arrangiarsi, ma solo sperare che qualcuno non lo lasci morire. Vorrei tanto che la mia interminabili battaglie per salvare ogni giorno vite umane ignorate da chi civilmente ci dovrebbe proteggere, fossero finite, perché sono stanca e perché la mia malattia Progressiva e terminale così peggiora più velocemente. Così non è tutto sta precipitando creando sempre più vittime Grazie anche al Ministro Tremonti che a tutto pensa tranne che alla vita umana. Non posso fermarmi ,solo la morte può farlo ed è per questo che le devo chiedere di mantenere il suo impegno datomi, per far sì che io non debba iniziare di nuovo il semi sciopero della fame e farmi altro male, per cercare in questo nostro Governo, giustizia e un minimo di pietà umana e non più disumana. Tutto ciò che Le dico è pura verità, tutto è certificato in questo indirizzo, http://alessandraincoronato.blogspot.com .La supplico Presidente faccia qualcosa, spenda per noi due parole sì come ha fatto per pannella e per altre cose importanti. Se crede che la vita umana è al disopra di tutto, non taccia ancora. So che c’è caos al Governo, ma non si può aspettare o rimandare ancora i disabili soli muoiono e chi è in famiglia non benestante soffrono insieme ai famigliare che spesso gli uccidono e si suicidano. Per carità Presidente, di fronte a Dio mi aiuti ad aiutare e salvare queste vite abbandonate da una sacrosanta Costituzione. Lei può, la prego parli, faccia qualcosa per noi chiamati Categorie Protette, ma che in realtà quasi sempre siamo solo soppressi. Se Le chiedo troppo mi faccia ascoltare dai politici responsabili voglio solo dirgli ciò che ho nel cuore così mi sentirò a posto con la coscienza e la mia battaglia sarà finita.

L’abbraccio con affetto e con altrettanta speranza aspetto un suo intervento, dove in esso eviterà anche la mia morte per farmi almeno ascoltare.

Alessandra Incoronato.

Santa Marinella 4/07/2011.

mercoledì 19 gennaio 2011

Grazie a chi da voce alla disperazione, la vergogna e l’inciviltà

clip_image001Il rispetto è essenziale. D'altra parte la gente non pretende l'amore, ma di essere rispettata nella sua dignità umana. Rispettare vuol dire sapere ascoltare. Vuol dire avere riguardo e considerazione”.
Sono parole dello scrittore e giornalista marocchino Tahar Ben Jelloun, riferite ai problemi delle società avvilite dal razzismo, nelle sue molteplici forme. Vogliamo partire da questa citazione per raccontare la storia di Alessandra Incoronato, una donna disabile di 42 anni malata terminale, che 11 anni fa ha fondato l’associazione Diritto alla Vita, di cui lei stessa è attualmente il Presidente. Al telefono decide di raccontarci la sua storia:
“questa associazione nasce da me ed è composta da 8 persone, anche se in realtà siamo soprattutto io e mio marito a portarla avanti senza chiedere soldi, ad esempio, alla Regione come fanno molte altre associazioni. Lo scopo principale è tutelare i diritti delle persone disabili e degli anziani: una necessità che ho iniziato ad avvertire molti anni fa quando, alle prese con la mia malattia, cominciai contemporaneamente a girare per le case di persone disabili, consapevole della difficoltà delle loro realtà quotidiane. Lo faccio ancora oggi, ma all’epoca ero accompagnata da un assistente sociale che mi aiutava a controllare le varie situazioni per poi indicare, a chi di dovere, cosa andava fatto e dove occorreva intervenire. Durante tutti questi anni mi sono sempre sentita ripetere dal Comune, dove arrivavano le mie segnalazioni, solo un perenne ‘non ci sono soldi’”.
Stanca di ricevere dalle istituzioni solamente indifferenza e frustrata dalla mancanza di sensibilizzazione avvertita nei confronti della vita delle persone disabili, Alessandra ha iniziato 2 anni fa uno sciopero della fame (oggi ridotto ad un semi-sciopero) con il quale è riuscita ad ottenere il diritto all’assistenza domiciliare a Santa Marinella, la località in provincia di Roma dove vive: “l’assistenza domiciliare qui prima era inesistente. Ciò che mi fa proseguire la mia battaglia sono le cose allucinanti che ho visto in questi anni.

Ho trovato disabili in condizioni disumane: in mezzo ai topi, alla sporcizia, abbandonati a loro stessi. Io sono una malata terminale, ma rispetto a tante persone sono fortunata”.
Oggi l’obiettivo principale della sua protesta riguarda l’aumento della pensione sociale dei disabili, che attualmente ammonta per legge a 250 euro mensili. “Un disabile non ci fa nulla con una cifra simile, che è davvero ridicola. Per poter ricorrere a degli istituti decenti, ad esempio, questi soldi non bastano. La realtà degli stessi istituti, che a mio parere è ancora raccapricciante nella maggior parte dei casi, è l’unica a cui può ricorrere un disabile che vive senza assistenza domiciliare o che non ha nessuno che lo assista. L’altro giorno a Civitavecchia è morta una ragazza che è stata ritrovata con i polmoni pieni di cibo: è morta soffocata perché non aveva nessuno che badasse a lei. Questa morte, e tante altre, si potrebbero evitare se ci fosse più considerazione verso le persone diversamente abili: in molti casi c'è invece solo un vero e proprio razzismo”.
Alessandra ci racconta a tal proposito di aver denunciato il governo per omissione di soccorso e omicidi plurimi e di aver ottenuto una risposta alle sue denunce ripetute solamente da parte del Presidente della Repubblica. Nella lettera inviatale, Napolitano si diceva preoccupato e rammaricato (copia della stessa lettera è riportata in originale dal blog di Alessandra, dove la donna racconta la sua storia in modo dettagliato insieme a tutte le iniziative intraprese a favore dei disabili) . “Il Presidente Napolitano non può far nulla, ma vorrei che almeno se ne parlasse di questi problemi, sia a livello istituzionale che civile. Perché nessuno si mobilita per i tagli ai disabili gravi che il governo continua a portare avanti?” Uno dei problemi principali, secondo Alessandra e la sua associazione, riguarda ad ogni modo la misera pensione sociale percepita dalle persone diversamente abili: con 250 euro al mese è oggettivamente impossibile sopravvivere. “La gente sta morendo per abbandono e fame: questa è una verità che passa sotto silenzio. Non gliene frega niente a nessuno che verso i disabili viene continuamente violato il rispetto dei diritti umani. Muoiono lentamente, da soli, ed è vergognoso che giornali e televisioni non ci diano spazio; così come è scandaloso che questi politici percepiscano uno stipendio di 30.000 euro al mese contro i nostri 250 euro di pensione sociale. Non si rendono conto che un disabile in questo modo non riesce nemmeno a curarsi. Per i cani, in questo Paese, si fa di più. Io adoro gli animali, ci tengo a sottolinearlo: ma noi? Nessuno prende provvedimenti per migliorare le condizioni di vita delle persone svantaggiate, trattate come una razza a parte”.
Alessandra sta continuando a portare avanti il semi sciopero della fame, iniziato 2 anni fa: “purtroppo non riesco più a riprendermi. Tutti mi dicono che devo salvaguardare la mia salute ed è vero, hanno ragione, ma in questo modo sono arrivata ad ottenere qualcosa e non posso né voglio mollare. Non lo faccio per me, ma per gli altri, per quello che sento e vedo: ho saputo che una signora giorni fa ha deciso di vendersi la casa in modo da trovare i soldi necessari per comprare le medicine”. Quando ha portato la sua protesta sotto Montecitorio, in estate, Alessandra è riuscita a parlare con vari politici: “Furio Colombo è l’unico che si è interessato alla mia vicenda, che sembra aver preso a cuore le mie denunce. La segreteria di Fini scese dicendo che avrebbero fatto qualcosa, ma non venne fatto nulla. Mi fu detto che Fini aveva inoltrato una proposta di legge per aumentare la pensione sociale, ma che nessuno lo aveva voluto ascoltare: non so se l’abbia fatto davvero, ma è comunque deplorevole che le istituzioni ignorino così i nostri problemi, la nostra preoccupante quotidianità. Livia Turco mi disse invece che avrebbe portato avanti con me il semi sciopero della fame: tutte prese in giro, ripeto, nessuno ha fatto nulla di veramente concreto e duraturo per i disabili. Io mi sento spesso sola anche rispetto alle altre associazioni, che per lottare a volte pretendono tesseramenti o cose simili, mentre la sola cosa che conta è unirsi, unirci tutti.”
Molte storie che abbiamo raccontato dal nostro giornale, dove protagonisti sono i disabili, hanno spesso questo comune denominatore: il bisogno estremo di rendere consapevole la collettività delle ingiustizie subite da altre vite, per le quali il tormento più insopportabile è vivere nel silenzio.

di Martina Laceranza
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